Il giornalista e scrittore Jean Wolf, grande amico del Marocco e di Attilio Gaudio, si è spento nella mattina del 13 agosto 2010, nella sua casa nei dintorni di Bruxelles, dopo una lunga malattia.

Aveva ottantanove anni, era tra l’altro Presidente dell’Association Royale de la Presse Europe/Tiers-monde (belga), e presidente onorario dell’Association Royale de la Presse Nord-Sud: tutta una vita per la scrittura e per l’Africa. Fino all’ultimo ha diretto la rivista “Europe Diplomatic Magazine”, di cui era capo redattore. Soprattutto ha dedicato molte opere al Marocco e al mondo arabo, in favore del quale si è sempre schierato. E’ stato vicino a numerosi dirigenti maghrebini, e ha conosciuto personalmente i nazionalisti Abdelkhaleq Torres e Allal El Fassi, leader dell’Istiqlal (partito dell’indipendenza fondato nel 1943) e padre dell’idea del “Grande Marocco”. Per molti anni è stato corrispondente da Bruxelles per il giornale marocchino "L'Opinion". Ha scritto numerosi articoli per la rivista mensile "Remarques arabo-africaines", per giornali arabi, e in particolare la "Revue du Liban", in cui ha pubblicato le sue interviste con il leader marocchino Abdelkrim Al Khattabi.

Nel 1959 ha pubblicato "Résurrection.du Monde arabe", seguito da "Univers en marche" e, dieci anni dopo, insieme a Pierre Heim "Les très riches heures de la civilisation arabe" (prefazione di Benoist-Mechin). Inoltre ha scritto "Les secrets du Maroc espagnol: l'épopée de Abdelkhaleq Torres", con prefazione dell’ex-ministro francese Michel Jobert. Ma soprattutto, fervente difensore dell’integrità territoriale del Regno del Marocco, ha dedicato molti articoli e dossier alla sua causa nazionale e alla “marocchinità” del Sahara spagnolo.

Jean Wolf e Attilio Gaudio nell'appartamento parigino di quest'ultimo (2002) - Jean Wolf e Attilio Gaudio (primo e quarto da sinistra) con alcuni ministri in Marocco.

E’ stato grande amico di Attilio Gaudio, che ha definito mon frère d’élection pendant près d’un demi-siècle, e per il quale ha ancora scritto, pochi mesi fa, righe commoventi pubblicate, in quarta di copertina, nell’ultima opera postuma di Gaudio (“Connaissances actuelles et méthodes de recherche en anthropologie - Un voyage sans fin”, editore L’Harmattan, Paris, 2010). Ed ecco quanto mi scrive, ricordando Attilio, il 9 gennaio 2010, quindi pochi mesi prima della morte: J’ai le cœur serré en pensant à celui qui fut pour moi un ami merveilleux et un confrère de très haut talent

Anch’io con il cuore stretto ora penso a Jean Wolf, amico meraviglioso e giornalista di altissimo talento. Rimane la sua opera, la memoria delle sue passioni e dei suoi ideali, la sua cultura e la sua umanità, pur temprata d’ironia e di viva intelligenza, il ricordo della sua risata e dei suoi occhi luminosi. E così lo ricorda un vecchio amico marocchino in questo messaggio di condoglianze indirizzato alla famiglia (pubblicato dal giornale marocchino “Au fait”- il 13-08-10): Adieu mon Ami, mon Maître, mille fois merci pour tout ce que tu m’as appris. Merci pour tout ce que tu as fait pour les autres. Malgré ta belgitude tu avais à fond dans le cœur le Maroc, aujourd’hui je suis très triste… (Mila C.G.)

1973, 9 agosto - Il presidente ivoriano Félix Houphouet-Boigny riceve nella sua residenza di Abidjan un gruppo di giornalisti, tra cui Jean Wolf (primo a sinistra) e Attilio Gaudio (quarto da sinistra, cravatta a righe).