Africa: Parchi della Pace e della Natura

20 febbraio 2012

 

E’ strage di rinoceronti africani. Nel Parco Kruger, il più importante parco sudafricano, a cavallo del confine con il Mozambico, sono state ritrovate le carcasse di otto animali, cui era stato rimosso il corno. Solo lo scorso anno sono stati uccisi in Africa 450 rinoceronti, di cui 252 nel Kruger, il 30% in più rispetto al 2010. E in Vietnam è stato ucciso l’ultimo rinoceronte di Java, una specie rarissima di cui restano solo 50 esemplari  in un piccolo parco nazionale in Indonesia.

Il corno di rinoceronte in polvere è considerato afrodisiaco e curativo in Asia, soprattutto in Cina e Vietnam. E’ semplicemente fatto di cheratina, ma viene usato contro febbre, epilessia, malaria, avvelenamenti. Superstizione antichissima (anche se recenti studi a Hong Kong confermerebbero una certa azione terapeutica), ma il rinoceronte privato del suo corno muore dissanguato. Così il rinoceronte asiatico (indiano, di Giava, di Sumatra) è praticamente scomparso, e il suo corno costa più dell’oro, e dieci volte di più di quello africano. In Africa occidentale viveva il rinoceronte nero (Dicero bicornis), dichiarato estinto il mese scorso, mentre il rinoceronte bianco è ancora relativamente numeroso nell’Africa meridionale, tanto più che in Sudafrica è specie protetta. Eppure i bracconieri non esitano ad attraversare le frontiere dei parchi nazionali e ad organizzare il mercato illegale non solo di corni di rinoceronte, ma anche dell'avorio delle zanne di elefante.

Una tecnica antibracconaggio consiste in un  intervento veterinario: l’animale viene sedato per potergli iniettare nel corno un veleno che lo rende inutilizzabile. Ma pochi giorni fa, nella Rhino and Lion Reserve, 50 km a nord ovest di Johannesburg, un rinoceronte è morto quando i veterinari, dopo l’impianto nel corno di un microchip e di un dispositivo Gps per consentirne la tracciabilità, gli hanno somministrato un farmaco per risvegliarlo dalla sedazione.

 

Troppi animali sono in via di estinzione. In Cina, le tigri siberiane scompariranno nel giro di vent’anni: negli ultimi 70 anni, il loro numero è passato da 300 a 18 massimo 22. Una cooperazione internazionale, soprattutto tra Cina e Russia, potrebbe salvare il grande felino. Occorre impedire il taglio indiscriminato delle foreste e neutralizzare i bracconieri: non solo chi spara alle tigri, ma anche chi caccia gli animali selvatici che i felini mangiano, facendo così mancare loro il cibo.

Il primo parco nazionale del mondo, Yellowstone, fu istituito nel 1872 negli Stati Uniti d`America; da allora, gradualmente, ogni nazione del pianeta ha riconosciuto l`assoluta necessità di salvaguardare alcune aree dallo sfruttamento umano. Ma in un continente come l’Africa, a cavallo dei tropici e dell’equatore, con grandi spazi aperti, immense foreste e deserti, gli animali non conoscono frontiere. E i parchi nazionali separano popolazioni e habitat simili, se non identici. Sembrano un’eredità del colonialismo queste aree protette all’interno dei propri confini, con una serie di leggi ormai superate e con scarse risorse economiche. Così molte riserve sono gestite e controllate male, con personale insufficiente, poco qualificato, forse poco affidabile o corrotto, soprattutto in alcune parti del pianeta, a volte per fame ma più spesso per soldi.

 

Una soluzione potrebbe venire dai Parchi della Pace. Li aveva pensati Nelson Mandela: una rete verde di parchi transnazionali per salvaguardare la natura, proteggere e incrementare la biodiversità, permettere agli animali di riprendere i passaggi migratori di un tempo, sviluppare l’industria turistica, unire popolazioni. Questo nel superamento delle frontiere nazionali, unendo risorse, sforzi, legislazione.

Dall’idea ai fatti: nel 1997 Anton Rupert, presidente della sezione del WWF in Sudafrica, ha dato inizio all’ istituzione dei “Parchi transfrontalieri” con la Peace Parks Foundation, che dovrebbe anche ristabilire e mantenere la pace tra le nazioni in nome dello sviluppo sostenibile, della tutela ambientale, del progresso economico e delle  future generazioni.

 

Il primo parco transfrontaliero, realizzato nel 2000, è stato il Kgalagadi, 40.000 km2 tra Botswana e Sudafrica: clima secco e grandi terre desertiche, ma molte specie animali. Erbivori e carnivori, come orice gazzella, antilope saltante, caracal, ghepardo, leone, leopardo, iena, sciacallo, volpe del Capo, mangusta, gnu, aquila e duecento specie di uccelli  si dividono le magre risorse di questo “luogo della sete”, come lo chiama il popolo San, i Boscimani. Due fiumi lo attraversano, il Nossob e il suo affluente Auob, che si riempiono soltanto durante la stagione delle piogge.

E’ stato l’esploratore Thomas Baines a visitare per primo nel 1861-1862 questi luoghi, e a dare il suo nome a un’aerea popolata da millenari baobab (genere Adansonia), che ha dipinto in famosi quadri. Un’altra pianta caratteristica è l’acacia erioloba (famiglia Mimosaceae). Le giraffe ne mangiano le foglie, e le popolazioni locali, i San usano i loro frutti come strumenti musicali agitandoli come sonagli.

 

Recentemente, il Kruger Park è entrato a far parte del Great Limpopo Transfrontier Park, che lo unisce al Gonarezhou National Park dello Zimbabwe e al Limpopo National Park del Mozambico. Il parco appartiene alla "Kruger to Canyons Biosphere" ("Biosfera dal Kruger ai Canyon"), una zona designata dall'Unesco come Riserva Internazionale dell'Uomo e della Biosfera.

Nel 2002 l'accordo tra Sudafrica, Mozambico e Zimbabwe ha sancito la nascita di questo grande parco transfrontaliero (100.000 km2), per ora realizzato solo parzialmente per la sua vastità e gli enormi costi. Si tratta anche di armonizzare le politiche ambientaliste dei tre paesi coinvolti, migliorare la cooperazione e organizzare il turismo. Ma fin d’ora vi vivono liberamente i big five dell'Africa millenaria: elefanti, rinoceronti, leoni, leopardi e bufali.

 

Il parco transfrontaliero di Ai-/Ais-Richtersveld, tra Namibia e Sudafrica, è una delle regioni più impervie dell’Africa meridionale. Apparentemente desolato e senza forme di vita, offre spettacoli insoliti: il deserto montagnoso, regno dello scorpione, che fiorisce in primavera;  la scogliera immersa nella nebbia mattutina che sale dalle acque calde dell’Atlantico, i sentieri che attraversano il bush, il fiume Orange che si può attraversare sul Ponte Vecchio restaurato, il Fish River Canyon (una spettacolare gola seconda per dimensioni solo al Grand Canyon nordamericano). 

 

Questi tre parchi sono già stati realizzati (Treaty Signed). Sono ancora in progetto (Conceptuel Phase) il Niassa Selous e il Mnazi Bay-Quirimbas, un'area marina. Altre aree di conservazione transfrontaliera in esame (MoU Pending) sono il Lower Zambesi-Mana Pools (Zambia e Zimbabwe) e il Liuwa Plains-Mussuma (Angola e Zambia).

 

Molti altri parchi sono in via di realizzazione (MoU: Memorandum of Understanding) come il Malawi-Zambia (tra gli stati omonimi), il Greater Mapungubwe (Botswana, Sudafrica, Zimbabwe), il Luwa Plain-Mussuma (Angola e Zambia), il Chimanimani. Alla confluenza dei fiumi Limpopo e Shashe, il parco transfrontaliero Limpopo/Shashe, tra Zimbabwe, Botswana e Sudafrica, prende il nome dai due fiumi che confluiscono in quest'area. E' una regione ricca di vita vegetale e animale (ippopotami, impala, zebre, coccodrilli, uccelli, rinoceronti, antilopi, elefanti), strutture geologiche straordinarie e siti archeologici, fossili, dinosauri, petroglifi e vestigia dell’età del ferro.

 

Il parco Lubombo (tra Swaziland, Mozambico, Sudafrica) comprende zone umide e di savana ricchissime di vita, regioni costiere, barriere coralline, dune e lagune. A est si trova l'oceano Indiano, a ovest l'omonima catena montuosa. Tra foreste sempreverdi si trovano il lago Sibaya, il lago Santa Lucia, e la Kosi Bay, formata da quattro laghi che sfociano nell’oceano con un ampio estuario. Di particolare interesse è la Lion Cavern, a Ngwenya, la più antica miniera conosciuta del pianeta (circa 40.000 anni), ma ancora attiva. Anticamente si estraeva l’ematite, usata anche nelle cerimonie religiose. L'area costiera è abitata da tribù Tembe che praticano la pesca con una tecnica antichissima: costruiscono palizzate di tronchi per isolare branchi di pesci e dirigerli poi verso bacini più piccoli dove è più facile catturarli.

 

Il Parco Kavango-Zambesi include 36 aree protette di cinque stati (Angola, Botswana, Namibia, Zambia e Zimbabwe) e comprende il deserto del Kalahari, le cascate Vittoria, il delta dell’Okavango. Questo fiume di 1600 kilometri è privo di sbocchi verso il mare, ma forma in Botswana un enorme conoide alluvionale che, con le grandi piogge da novembre a febbraio, dà vita ad un labirinto di corsi d’acqua più o meno profondi, canali, lagune, isole: la più ampia zona umida al mondo, un ecosistema ricco di vegetazione e specie animali, con numerosi ippopotami. Gli abitanti, contrariamente alla maggioranza Tswana del paese, sono di etnia Bayei e Hambukushu.

 

Lo Iona Skeleton Coast inizia a sud del Fiume Orange, comprende l'intera costa namibiana (deserto Namib e Parco Nauhluft  Namib) e si estende al Parco Iona dell'Angola, oltre il Fiume Kunene. Questa Costa degli Scheletri emerge, attraverso dense nebbie costiere e fredde brezze marine, dalla gelida corrente oceanica del Benguela. E' disseminata di ossa di balena, relitti di navi e resti di marinai ed esploratori. Uccelli, iene, lungo i corsi d'acqua elefanti e rinoceronti, lo sciacallo dal dorso argentato e la talpa dorata (rari), mandrie di gnu e la più grande colonia di foche delle coste meridionali. Nel deserto, fiorisce la stranissima Welwitschia mirabilis, che può vivere fino a 2000 anni ed è considerata un fossile vivente.

 

Infine nel Parco Maloti-Drakensberg, tra Lesotho e Sudafrica, si concentrano riserve e parchi nazionali come il Royal Natal con le cascate Tugela (le seconde più alte del mondo: 912 m), la riserva faunistica Giant’s Castle, la catena dei Drakensberg, i monti dei draghi, da cui nascono i fiumi Orange, Vaal e Tugela.

Queste montagne sono ricche di caverne e grotte di arenaria, dalle pareti incise con graffiti dei Boscimani che abitano la zona da 4000 anni.

 

Mila e Velia G.

 

rinoceronte sacrificato e

abbandonato

 

drammatico intervento veterinario (12/02/2012,fonte La Stampa)

 

un esemplare di rinoceronte di Giava

 

rinoceronti in Sudafrica (Foto La Presse – 11/01/2012)

 

Thomas Baines, Baobab Tree, South Africa.  Watercolour

(dipinto 29/12/1861)

frutti dell'acacia erioloba (autore foto Winfried Bruenken)

 

fauna sudafricana

 

 

 

panorami sudafricani

 

 

 

 

W. mirabilis adulta, deserto del Namib.

L'esemplare più grande di Welwitschia conosciuto, soprannominato The Big Welwitschia, raggiunge un'altezza di 1,40 m e un diametro di 4 m.

 

Petroglifo, Twifelfontein (fonte africa_cost_to_cost)

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