Il glorioso Istituto Italiano Africa Oriente (IsIAO) chiude! 

11 aprile 2012

Una  notizia passata quasi inosservata (notizia che il CSAA, Centro Studi Archeologia Africana, www.csaamilano.it, definisce "testimonianza dei tempi") è la recente decisione del Ministero degli Affari Esteri di chiudere  l'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente.

"La lunga storia dell' Is.I.A.O. - continua Gigi Pezzoli, presidente del CSAA, nel suo comunicato - e, prima ancora, dell' I.I.A. e dell' Is.M.E.O., dei quali l' Is.I.A.O. aveva raccolto l'eredità, si chiude repentinamente nel segno di un paese che si illude di potersi risollevare mentre affossa la cultura. Come Centro Studi Archeologia Africana, è nostra intenzione sostenere tutte le iniziative e tutti gli sforzi che consentano di dare voce a chi, come noi, non vuole che anni di studi e di lavoro siano condannati all'oblio".

 

In effetti, con decreto dell’11 novembre 2011, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 11 del 14 gennaio 2012, l’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente è stato assoggettato alla liquidazione coatta amministrativa. Il giorno prima della nomina del governo Monti, il Tesoro aveva comunicato la ratifica di questo decreto di  morte di uno degli enti culturali più antichi e prestigiosi d' Italia. Brunetta e Calderoli avevano già a più riprese annunciato la chiusura dei cosiddetti enti inutili, cioé quelli con meno di cinquanta dipendenti. Ma, come ha scritto Sergio Romano, "con la liquidazione coatta amministrativa di questa istituzione culturale non faremmo un risparmio. Butteremmo via un investimento".

 

Il glorioso Istituto è sempre stato una fucina di idee, di cultura, di incontri, di incontro fra Europa, Africa e Asia. Ente pubblico non economico vigilato dal Ministero degli Affari Esteri, l'Is.I.A.O. è nato nel 1995 dalla fusione dell’Is.M.E.O. (Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente, fondato nel 1933 da Giovanni Gentile) con l’ Istituto Italo-Africano (I.I.A.), e presieduto sin dalla sua costituzione dal professor Gherardo Gnoli.

In questi ultimi anni ha istituito centri di studio e di ricerca nei vari ambiti (storici, linguistici, artistici, culturali, religiosi) delle civiltà affermatesi nel corso dei millenni nei paesi dell’Africa e dell’Oriente. Sono state organizzate mostre e conferenze, patrocinato convegni e seminari specialistici, edito riviste e pubblicazioni di riconosciuto valore accademico, finanziato importanti campagne archeologiche, istituito corsi di lingue e culture africane e orientali rivolti a un ampio pubblico, sottoscritto convenzioni e gemellaggi con analoghi enti accademici sia italiani che stranieri. Questo importante lavoro di rapporti di amicizia e collaborazione è stato realizzato con il concorso dei suoi soci e di un gran numero di esperti e docenti di formazione africanistica e orientalistica.

 

Per lo più, la sede unificata della Biblioteca dell’IsIAO, interamente progettata ed inaugurata il 4 aprile 2002, conserva i fondi librari delle biblioteche dell’Istituto Italo-Africano (1906-1995) e dell’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente (1933-1995) e si articola nelle due sezioni africana e orientale. Il suo patrimonio, unico in Italia, consta di oltre centoventimila volumi, duemilacinquecento testate di periodici di cui cinquecento correnti, di raccolte rare e di pregio (manoscritti, xilografie, antiche edizioni, carte geografiche, raccolte fotografiche). Contiene inoltre le raccolte museali dell' I.I.A., l'archivio fotografico della sezione africana e i fondi di Giuseppe Tucci (dal 1934 al 1978), lo studioso che nel 1933 promosse la fondazione dell’Is.M.E.O. e ne fu Presidente dal 1947 al 1978, mentre nel 1979 fu nominato Presidente Onorario.

 

Tucci, autore di numerosissime opere scientifiche anche divulgative, curò sempre le relazioni culturali tra l’Italia e i paesi asiatici, dove tenne (in India,  Pakistan, Iran, Indonesia e Giappone, ma stranamente non andò mai in Cina) molte conferenze. Incaricato di missione presso le università indiane, risiedette in India dal 1925 al 1930, ricoprendo l’incarico d’insegnamento di cinese e d’italiano presso le università di Shantiniketan e di Calcutta. Nel 1929 fu nominato Accademico d’Italia e nel novembre 1930 venne chiamato alla cattedra di Lingua e letteratura cinese all’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Nel novembre 1932 passò alla Facoltà di Lettere e filosofia dell’università di Roma, come professore ordinario di Religioni e filosofia dell’India e dell’Estremo Oriente, e nel 1970 fu nominato professore emerito. Dal 1929 al 1948 aveva compiuto otto spedizioni in Tibet e dal 1950 al 1954 sei in Nepal. Nel 1955 iniziò le campagne archeologiche nello Swat, Pakistan, nel 1957 quelle in Afghanistan e nel 1959 in Iran; campagne annuali che diresse fino al 1978.

 

 

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Giuseppe Tucci

(Macerata, 1894 - S. Polo dei Cavalieri, Tivoli,1984)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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